Tassazione criptovalute in Italia: come funziona
Non tutte le piattaforme crypto offrono le medesime condizioni, le stesse piattaforme e commissioni sullo stesso livello. Il nuovo impianto fiscale italiano è relativamente complesso, ma con un pizzico di attenzione si può navigare, fatta eccezione la questione stablecoin, con una certa agilità. Gli investimenti in criptovalute vengono di fatto equiparati, almeno per quantità di imposte, agli altri investimenti di capitale. Si paga il 26%, se si superano i 2.000€ che almeno secondo le intenzioni del governo dovrebbe evitare a chi fa piccoli movimenti di incorrere nell’obbligo di pagare imposte. Tuttavia il regime potrebbe sembrare eccessivamente punitivo per chi supera quella soglia, almeno, lo ripetiamo ancora una volta, per chi supera i 2.000€. Quando vendiamo criptovalute per NFT, si tratta di un altro evento fiscalmente rilevante.
Tasse Crypto: la tassazione dei redditi crypto in Italia
I broker sono società attraverso cui puoi operare su diversi prodotti finanziari compreso le valute digitali, utilizzando i CFD. Invece, le piattaforme exchange nascono proprio in concomitanza con lo sviluppo delle criptovalute, permettendo il cambio diretto e la compravendita, fattori essenziali che hanno determinato la loro diffusione. In base ad essi potrai aprire una posizione di acquisto o di vendita senza detenere il possesso dell’asset.
Trader di criptovalute verificati
Acquistare criptovalute con gli exchange è piuttosto semplice, anche se stiamo facendo i primi passi con questo tipo di intermediari. Per mostrare quanto sia semplice, faremo un ordine di prova con Kraken, exchange che è tra i migliori della nostra lista e forse uno dei più adatti a chi compra per la prima volta. È possibile rivalutare il valore delle criptovalute al 1° gennaio 2025 pagando un’imposta del 18% entro il 30 novembre 2025, anche in tre rate con interesse del 3% annuo sulle rate successive alla prima. Le perdite derivanti dal trading di criptovalute possono tux crypto Italia essere dedotte dai profitti e riportate fino a cinque anni.
Devo pagare le tasse sulle criptovalute in Italia?
In questo caso non si è applicata un’imposta sostitutiva del 26%, ma è presente un’agevolazione, che la riduce al 14%. La Legge di Bilancio 2023 aveva dato infatti una chiara definizione delle valute virtuali. Un broker che è tra i preferiti dai professionisti, perché permette di fare trading con le piattaforme migliori per chi vuole il top dell’analisi.
Se cerchi una piattaforma innovativa per investire nelle crypto, con l’accesso a servizi multicanali, allora puoi valutare di aprire il conto Fineco Trading. Infatti, Fineco Bank è stata tra le prime banche online a permettere ai clienti retail di investire in autonomia sui mercati sin dal 1999. Una volta attivato l’account hai diverse possibilità di sfruttare Coinbase, ma visto che parliamo di trading crypto mi concentrerò principalmente su due operazioni.
Scegliere il broker giusto per le criptovalute diventa dunque importante anche per chi non vuole perdere denaro senza nemmeno fare effettivamente trading. TrustPilot può essere una fonte importante di informazioni sui broker che operano nel settore delle criptovalute e aiutarci a capire di quali possiamo effettivamente fidarci. Sì, I broker di criptovalute sono oggi una categoria di intermediari conveniente, nel senso che possono offrire il miglior ambiente possibile per fare investimenti finanziari su Bitcoin, Ethereum e sulle tante altre criptovalute famose oggigiorno. I broker criptovalute sono oggi un intermediario necessario per chi vuole affrontare questo tipo di mercati in senso finanziario, con gli strumenti più utili per organizzare la propria esposizione e modulare il proprio rischio.
In cambio otterrai un rendimento fisso e proporzionato al numero di crypto bloccate e alla tempistica. Il capital gain generato dal punto di vista fiscale viene considerato come reddito da capitale. Quindi se cambi criptovalute in moneta FIAT, sul valore ottenuto verrà calcolata l’imposta e quindi otterrai il controvalore al netto delle tasse. In assenza di specifiche previste dalla nuova Legge di Bilancio, la determinazione della plusvalenza sarà fatta con il metodo LIFO (Left In First Out) in base al quale vengono considerate cedute per prime le valute acquistate più di recente. Un’altra possibilità è quella del mantenimento dell’aliquota al 26% ma con eliminazione della soglia di esenzione a 2.000 euro, per cui sarebbero coinvolti tutti coloro che percepiscono plusvalenze da queste attività.